Cos’è la Meditazione

Esistono numerose forme di meditazione tra le principali, evidenziamo in sintesi, la Meditazione secondo i Veda e le Upanisad, a cui si fa risalire l’origine a circa 5000 anni fa, testi antichi indiani espressi in forma di miti e simboli, come pratica per mettersi in contatto con le divinità. La M. di Paramahansa Yogananda con la tecnica dell’antico Krya Yoga e il suo primordiale suono OM, la Meditazione secondo il buddismo, di 2500 anni fa quando visse il Buddha con i suoi sette punti fondamentali e con la M. costituiscono l’ottuplice sentiero; la Meditazione secondo gli Yogasutra di Patajanali con gli otto stadi del Rajayoga. E ancora la Meditazione Vipassana, che nasce dalla tradizione buddista e si fonda con gli insegnamenti più ortodossi del Buddismo, con la sua tecnica della “presenza mentale”. C’è anche la Meditazione trascendentale (MT) fondata e divulgata da Maharishi Mahesh Yogi, “Dove portare l’attenzione ai livelli più profondi della coscienza come chiave per sperimentare una maggiore felicità”. Il fine ultimo e comune della Meditazione è l’unione dell’individuo con la mente universale, il Creatore. Quale che sia l’origine e il luogo da dove nasce, il fine comune della Meditazione è il contatto con il Divino in noi. 

 

Come può aiutare la meditazione?

Quasi tutti coloro che intraprendono a meditare sono consapevoli di un effetto sul sistema nervoso, talora sotto forma di insonnia, di eccitabilità, di ipertensione ed irrequietezza che non permettono il rilassamento; di irritabilità, di reazione nervose o anche di depressione e diminuzione di vitalità, e di molte maniere individuali di mostrare tensione nervosismo, variabili con la natura e il temperamento. La sensibilità dell’essere umano è accresciuta e gli uomini percepiscono gli stati mentali ed emotivi l’uno dell’altro in misura maggiore. Così alle proprie ansietà si aggiungono quelle del prossimo. Pertanto, è ancor più necessario evitare che tali stati sopraffanno, sprofondando in stati nettamente negativi o al contrario soverchino negli individui e nelle collettività, scemando la vitalità.

I suoi tentativi sono dapprima disordinati, l’uomo si limita a meditare solo in occorrenze rare e distanti nel tempo. Più di frequente si presenta l’occasione di ritirarsi interiormente, maggiormente ci si avvicina alla realizzazione dei veri effetti spirituali.

Le virtù quali l’aspirazione, la concentrazione e la determinazione possono diventare il metodo necessario per intraprendere con regolarità la pratica e trarne i suoi notevoli benefici.

 

Cosa accade con la pratica della meditazione?

In primis si tranquillizza la mente inferiore, sollecitata dai desideri dell’ego. L’uomo si libera dell’illusione dei sensi e della loro attrazione vibratoria, e trova un centro positivo di energia sul piano mentale, accresce la concentrazione. Comincia a visualizzare dettagliatamente la forma che cerca di costruire di sé, e “vede davanti all’occhio della mente”. Tranquillizzando i suoi tre corpi, fisico, emotivo e mentale, affinché non siano di impedimento all’ascolto della voce interiore se ne diviene cosciente.

Si pronuncia la sacra sillaba OM e la si emette a livello mentale, questa emissione potenzia il suona nella mente, simultaneamente a questa emissione si visualizza la forma-pensiero* che serve ad incarnare i propositi egoici e se la raffigura nel dettaglio.

L’obiettivo della meditazione giornaliera è di mettere in grado il cervello e la mente di vibrare all’unisono con l’Anima, la quale cerca in “meditazione profonda” di comunicare con il suo riflesso.

 

Cosa ostacola la meditazione?

Normalmente la tendenza di molti aspiranti è di occuparsi durante la meditazione delle proprie manchevolezze, della incapacità di dominare la mente, mentre entrambi gli aspetti verrebbero facilitati se chi pratica concentrasse piuttosto la propria attenzione al lavoro, profondamente interessata a costruire forme-pensiero**.

La finalità principale è di allineare il corpo fisico, mentale ed emotivo. La Meditazione è inizialmente un esercizio di concentrazione. 

Si può praticare intensamente anche dodici ore al giorno, come è avvenuto al mio ritiro di Vipassana, nei dieci giorni di Nobile Silenzio, al centro Vipassana Dhamma Atala, in Toscana. Questa tecnica meditativa insegna a osservare le sensazioni entrando in profondità, questo “Mi ha aiutata a entrare nella profondità delle cose, a vedere oltre il velo dell’illusione della realtà, è stata un’esperienza fisicamente impegnativa e per cui consiglio di giungervi preparandosi alla meditazione, ma sicuramente è stata di estremo insegnamento”. 

Dopo quest’esperienza e dopo numerose altre pratiche di meditazione, la mia formazione sviluppata in Svizzera è stata dedicata adottando unicamente come scopo e obiettivo di vita, di essere l’espressione in manifestazione dell’Anima, con la meditazione e il servizio, il campo di servizio. La scienza della meditazione è un metodo che stabilisce una linea di comunicazione tra la personalità umana, purificata, disciplinata e, la monade e la sua espressione.

 

Come si consegue questo contatto?

La pratica della meditazione è associata al conseguimento di fasi, dalla prima fase, la Concentrazione costituisce più della metà del procedimento della meditazione. È quando la mente vince la tendenza di saltare da un soggetto ad un altro, abituandosi a concentrare la coscienza fra le sopracciglia, ad occhi chiusi. La fase della Meditazione è la concentrazione prolungata fissando con gli occhi della mente (dal terzo occhio, il punto tra le sopracciglia), sopra un singolo oggetto, pensiero (pensiero seme***) o con la ripetizione del suono (la sacra sillaba OM) e ampliandolo, elevando il pensiero verso il centro della sommità della testa e aspirare, per poter ricevere una vibrazione di ritorno. Occorre far uso dell’immaginazione per sviluppare il pensiero.

Nella vita quotidiana la pratica permette di superare per gradi le difficoltà di controllare la mente e produrre dei nuovi risultati, si riorganizzare la mente, si ritira l’attenzione dalle percezioni sensorie e si accentra nel cervello, invece del plesso solare e si polarizza nella mente. 

La fase successiva, la terza è la fase della Contemplazione, è la fase nella quale – Colui che medita osserva senza alcuna attività mentale ciò che egli stesso ha creato-. La coscienza umana cessa la sua attività e l’uomo diviene ciò che è in realtà, un frammento di divinità. E infine, l’Illuminazione, questa fase comporta una sensazione di Presenza divina, uno stato di beatitudine, la mente entra in rapporto con il Divino e la comunicazione avviene attraverso l’Anima.

L’intuizione e la telepatia sono una forma più pura degli effetti di illuminazione della mente. E l’ultima è la fase dell’Ispirazione, – Egli vedrà la realtà in ogni cosa-. L’anima utilizza la mente come mezzo per trasmettere al cervello ciò che l’anima sa. 

 

La pratica della meditazione conduce alla conoscenza del Sé

La Meditazione è pratica di profonda riflessione della mente raccolta a ricercare la verità, implica un’attività mentale di ispirazione con pensieri o “idea-seme”, contemplato verso l’anima che produce nuovi pensieri. 

 

Istruzioni della pratica di meditazione quotidiana (base):

Ogni giorno ed alla medesima ora, medita in un luogo tranquillo.

Assumi una posizione in cui dimenticare il corpo fisico, pur restando vigile nella coscienza. Siediti a terra a gambe incrociate, oppure su una sedia mantenendo dritta la colonna vertebrale senza tensioni, il mento leggermente abbassato, gli occhi chiusi e le mani intrecciate in grembo. 

Osserva il respiro, in uno stato mentale positivo. 

Poni attenzione ai suoi tre corpi (fisico, astrale e mentale) e ritira la coscienza nel cuore o nella testa, pensando intensamente di essere un figlio di Dio che torna al Padre, di essere Dio stesso, un creatore che s’appresta a creare, un aspetto inferiore della divinità che cerca un allineamento con quello superiore. 

Pronuncia per tre volte la Parola sacra OM; prima, sussurrandola ed influenzando il mentale; poi a voce più alta, influendo sull’astrale (sul piano emotivo); infine con un tono più forte, agendo sul fisico.

 

Cosa succede alla fine della pratica della meditazione?

Alla fine della nostra pratica di Meditazione come effetti generali ci si stabilizza nelle vibrazioni inferiori della mente, c’è una presenza di maggior calma, si è più ricettivi, come se ci fosse stata una pulizia dell’inutile, le emozioni sono più in equilibrio, c’è nell’insieme una sensazione di allineamento, man mano aumenta anche la natura emotiva-intuitiva. Si impara con la pratica, in ogni meditazione c’è un risultato, è un cammino di sviluppo interiore continuo. 

La Meditazione non è soltanto una tecnica per la nostra evoluzione è una pratica di consacrazione al servizio disinteressato della vita soggettiva all’Umanità.

 

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